Tritone alpino
Ichthyosaura alpestris
Precedentemente: Mesotriton alpestris, Triturus alpestris
Scheda specie
Stato di minaccia : non minacciato (LC)
Priorità nazionale : -
Caratteristiche :
- Dall’aspetto tozzo e vigoroso
- Ventre arancione senza macchie
- Piccole macchie nere alle estremità
- Maschio: Piccola cresta dorsale con un’alternanza di strisce chiare e scure, parte dorsale color blu ardesia, screziato di grigio, bande a macchie nere e bianche sui fianchi e ai lati del cranio
- Femmina: Parte dorsale verdastra, brunastra o giallastra, screziata di grigio
Confusioni possibili :
Tritone crestato
Salamandra pezzata
Caratteri distintivi
Se il maschio del Tritone alpino (Ichthyosaura alpestris) venisse da contrade esotiche sarebbe di certo commerciato come una preziosa rarità! Con la sua elegante cresta dorsale giallastra macchiettata di nero, i fianchi blu marmorizzati lungo cui corrono, in contrasto con il rosso-aranciato del ventre, una striscia turchese e una fascia bianco-azzurrognola anch'essa maculata di nero, il tritone maschio sfoggia, durante il periodo degli amori, una livrea di rara bellezza Di taglia decisamente più grossa, la femmina è invece meno appariscente: il ventre di un pallido arancio, non presenta né la caratteristica cresta dorsale del maschio, né la fascia longitudinale turchese; la colorazione del manto è peraltro assai variabile e va dal verdognolo al beige e dal marrone fin quasi al nero. A differenza delle altre specie di tritone, il ventre non è mai maculato. Lungo dagli 8 ai 10 cm, il Tritone alpino si situa, per dimensione, tra il Tritone crestato, nettamente più grande e quelli più piccoli come il Tritone punteggiato e il Tritone palmato.
Modo di vita
Benché alcuni maschi di Tritone alpino svernino in acqua, la maggior parte di questi anfibi trascorre il periodo di latenza sulla terraferma e tende ad andare in acqua - più o meno in concomitanza con il Rospo comune - nel corso del mese di marzo, i maschi con qualche giorno d'anticipo rispetto alle femmine. E' peraltro sorprendente vedere, con quale facilità il Tritone alpino riesca a colonizzare specchi d'acqua formati di recente (quali ad esempio i laghetti da giardino). Probabilmente, i tritoni si lasciano guidare dal caratteristico odore che le diverse forme di alghe diffondono sulla terraferma. Nello stesso modo raggiungono anche i siti di riproduzione dove ha luogo il rituale di corteggiamento; cerimoniale che, nel Tritone alpino, è di durata leggermente più breve rispetto a quello osservato in altre specie di tritoni. Il maschio pronto per l'accoppiamento preme col muso i fianchi o il muso della femmina, le si para trasversalmente dinanzi, piega la coda in avanti e, con ritmo lento e regolare, crea un leggero spostamento d'acqua verso la testa della femmina. Se è riuscito ad attirare la sua attenzione, si gira di 90 gradi e si avvicina davanti a lei.
La femmina colpisce allora col proprio muso la coda curva a forma di S del maschio, inducendolo in questo modo a deporre sul fondo dello stagno, un involucro seminale (o spermatofora) che la femmina, avanzando, raccoglie attraverso la propria cloaca e conserva all'interno del proprio ventre in un'apposita sacca. Una femmina può raccogliere più involucri seminali provenienti da uno o più maschi, e questo nell'arco di pochi giorni o ad intervalli di qualche settimana, dando così luogo ad altrettante deposizioni successive. Dopo poco meno di una settimana dalla prima inseminazione, la femmina comincia a deporre le prime uova, ancorandole, una ad una, saldamente alle foglie di piante subacquee.
Quest'operazione può durare anche diverse settimane, al termine delle quali saranno deposte dalle 150 alle 200 uova. A differenza della Rana temporaria e del Rospo comune, la cui permanenza in acqua è più breve, i tritoni alpini rimangono e si alimentano in acqua durante tutta l'estate. Il cibo di cui sono particolarmente ghiotti durante questo periodo è costituito in prevalenza di uova di Rana temporaria. La presenza di una folta popolazione di tritoni alpini, può dunque causare la scomparsa di questa specie di rana. Nessun pericolo invece per le specie di rospi in quanto le uovo e le larve non sono commestibili La dieta acquatica del Tritone alpino si compone inoltre di larve di chironomidi, piccole larve di libellule, uova di tritone e piccoli crostacei, mentre sulla terra si cibano principalmente di coleotteri, mosche, lombrichi, in poche parole tutto quello che si muove. Com'è a volte interessante osservare durante il periodo degli accoppiamenti, alcuni esemplari adulti possono lasciare l'acqua e rimanere sulla terraferma per parecchie ore o per diversi giorni.
Nel corso del mese di giugno o durante il mese di agosto nel caso di acque montane molto fresche o sotterranee, i tritoni alpini adulti tornano alla vita terrestre: la pelle si fa via via più ruvida e idrofoba, perdendo i suoi caratteristici colori iridescenti, e nei maschi scompare la cresta dorsale. In altre parole, la splendida livrea del periodo degli amori, vira, lasciando il posto a panni più umili, su toni opachi color bruno-azzurrognolo. Della vita e dello svernamento di questi animali sulla terraferma si sa, d'altra parte, ben poco. A volte capita di imbattersi in alcuni di questi animaletti sotto assi di legno o lastre di pietra dove possono trovare cibo fino ad autunno inoltrato, ma si tratta il più delle volte di incontri puramente casuali.
Il Tritone alpino sverna principalmente a prossimità di specchi d’acqua ma, anche sotto mucchi di pietre, legni morti, nella lettiera e nelle abitazioni che presentano dei rifugi ospitali. La durata della fase di sviluppo embrionale dipende fortemente dalla temperatura dell'acqua: a 13°C è di circa 30 giorni, a 16°C scende a 17 giorni e a 19°C dura solo 13 giorni. Al momento della schiusa delle uova, le larve sono lunghe circa 11 mm e hanno coda e estremità ancora poco sviluppate. Dopo alcuni giorni le larve cominciano a nutrirsi di plancton e progressivamente crescono gli arti anteriori, seguiti più tardi da quelli posteriori. In queste prime settimane di vita, le larve sono ancora scarsamente pigmentate, in parte trasparenti, e poco distinguibili. Verso l'inizio della stagione estiva, con la progressiva colarazione scura della parte terminale della coda, le larve di Tritone alpino possono finalmente essere facilmente distinguibili..
Il periodo di sviluppo larvale è di durata estremamente variabile, anche tra i nascituri di una sola femmina. Per questo motivo, oltre che a causa della diversa data di deposizione delle uova, nelle stesse acque si incontrano, lungo tutto l'arco dell'estate, larve di Tritone alpino a diversi stadi di sviluppo; non si ha, dunque, come nel caso delle rane e dei rospi, una massiccia migrazione di giovani adulti metamorfosati. Dopo non più di 2½ mesi i primi tritoni, ormai giunti ad una lunghezza di circa 4-5 cm, lasciano l'acqua, per poi essere seguiti da altri fino in autunno. Nei laghetti montani si può talvolta assistere allo svernamento acquatico di centinaia di larve. Quasi nessuna sopravvive tuttavia alle rigide condizioni presenti in queste acque, che possono rimanere ghiacciate per oltre 8 mesi. Molte sopravvivono invece con successo in acque sotterranee profonde, al riparo dal gelo, quali ad esempio i pozzi antincendio. Gli individui che svernano in questi ambienti lasciano l'acqua tra maggio e giugno dell' anno successivo, quando hanno raggiunto i 5-6 cm di grandezza.
Alcune larve rimangono addirittura in acqua fino alla maturità sessuale. Questo fenomeno, chiamato neotenìa o pedomorfismo, è spesso legato a un difetto di pigmentazione: gli individui neotenici presentano infatti un manto di colore giallastro punteggiato qua e là di piccole macchioline nere, pur avendo occhi normalmente pigmentati. In nessun'altra specie di tritone questo fenomeno appare così frequentemente come nel Tritone alpino.
Distribuzione
Il Tritone alpino popola la maggior parte dell'Europa centrale; è assente solo in Scandinavia e nelle regioni più meridionali dell’Europa. In Svizzera è diffuso principalmente al nord delle Alpi, dove colonizza letteramente ogni specchio d'acqua senza pesci disponibile, dal fondovalle fino a quasi 2'500 metri di altitudine (Engadina).
Nel Vallese, che ha clima più asciutto, e soprattutto a sud del Rodano, si fa invece decisamente più raro. Nel Ticino conduce una vita strettamente montana, senza scendere mai sotto i 1'100 metri di altitudine. Ancora piuttosto ben diffusa nella fascia settentrionale del Cantone, la specie popola unicamente alcuni laghetti di montagna, mentre è del tutto assente al Sud. Presente anche nei Grigioni italiani (Mesolcina, Bregaglia e Val Poschiavo), il Tritone alpino occupa tuttavia quasi esclusivamente le vallate superiori della regione.
Protezione
Malgrado l’inquinamento, il rilascio di pesci nelle acque e la progressiva disparizione degli habitat favorevoli, Il Tritone alpino è catalogato nella lista rossa degli anfibi (2005) come specie non minacciata (LC).
Sarà comunque bene fare si che sull'Altopiano vi sia sempre un gran numero di laghetti, e stagni ricchi di plancton, di vegetazione subacquea e privi di pesci: il Tritone alpino ripagherà la premura con una colonizzazione rapida e spontanea.
Habitat
In Svizzera,il Tritone alpino è diffuso principalmente al Nord delle Alpi, dove da marzo a giugno colonizza ogni specchio d’acqua come giardini, boschi, cave e torbiere.
Nelle zone alluvionali è più raro rispetto al Tritone punteggiato, che è qui dominante, mentre diventa più frequente col crescere del livello di mento colonizzazione e interramento dell’habitat da parte della vegetazione circostante. In genere, però, avendo caratteristiche e modi di vita analoghi, il Tritone alpino e il Tritone punteggiato si trovano spesso a condividere gli stessi spazi vitali.